A volte si tratta di cambiamenti lievi, mentre in altri casi sono più evidenti, tanto da fare affermare di aver notato nel loro caro quasi una nuova personalità.
Quali sono i cambiamenti che vengono notati?
Segni di depressione e decadimento dell’umore, o al contrario estrema euforia e leggerezza nell’affrontare il proprio problema; scatti di ira o estrema irascibilità od al contrario estrema sensibilità e facilità nel commuoversi... In alcuni casi è possibile anche notare un cambiamento della personalità in individui in passato molto riservati ed equilibrati, che invece dopo l'ictus iniziano a dimostrarsi irriverenti ed a volte sgarbatamente fuori contesto. Altri vedono semplicemente indurirsi alcuni tratti della propria personalità, ad esempio un'ostinazione che a volte sfiora la misura del capriccio, mentre altri vedono invece ammorbidirsi certe linee comportamentali (anche se questo in genere fa meno notizia)
Prima di affrontare l’argomento dobbiamo considerare 2 aspetti fondamentali in tema di ictus e comportamento: Il primo è di ordine biologico.
Tutto ciò che siamo, che sappiamo, che facciamo e che proviamo è il frutto delle nostre esperienze, che fino all’istante attuale hanno modellato la biologia del nostro corpo ed in particolare del nostro cervello. Pertanto il nostro cervello, con i suoi miliardi di neuroni interconnessi in modo unico in ogni individuo, rappresenta il nostro “sé”, la nostra persona; in continuo divenire sulla base delle esperienze che viviamo ed in base alle modifiche materiali che vengono prodotte.
Qualsiasi danno al tessuto cerebrale che ne modifichi la biologia, cambia in modo più o meno evidente la nostra personalità, il nostro “sé”. In realtà non si tratta di un aspetto solo biologico, ma nel contempo anche psicologico, perché il nostro comportamento è guidato anche dal nostro modo di vivere e gestire le emozioni; e tali emozioni siamo in grado di percepirle anche grazie a segnali corporei. Intendo dire che non possiamo pensare ad un' emozione senza associare ad essa una sensazione corporea. Prendiamo l’esempio dell’amore, con le sue ripercussioni sullo “stomaco”; o la paura, impossibile da immaginare senza pensare anche alle accelerazioni del battito cardiaco o alla sensazione di adrenalina che pervade il nostro corpo.
Una modificazione biologica del nostro cervello a causa di una lesione cerebrale può avere delle ripercussioni sul nostro modo di elaborare e dare un senso alle informazioni di base del nostro corpo, determinando così anche un' alterazione della gestione emotiva.
Il secondo è di ordine psicologico Sopravvivere ad un ictus significa aver toccato per un attimo o anche più, la morte.
Si tratta di una esperienza che cambia ogni essere umano dotato di sensibilità. Chi scampa ad un disastro aereo o un incidente automobilistico racconta di questi eventi come di esperienze fortissime. Esse non possono quindi non avere una ripercussione sulla nostra personalità.
Aggiungiamo anche che, dopo essere scampati al peggio, ci ritroviamo in un letto di ospedale spesso ignari di quanto accaduto e con un corpo che non riusciamo più a gestire come prima. Ci sentiamo confusi ed impauriti.
Nel caso di una emiplegia destra che abbia compromesso anche il linguaggio, abbiamo anche la difficoltà di comprendere quello che familiari e medici ci dicono e la difficoltà di poter esprimere ciò che proviamo: una sorta di “disastro aereo nel disastro aereo” . Pertanto un ictus è una delle esperienze più forti e cariche emotivamente a cui la natura ci possa sottoporre ed è immediato pensare di attribuire alcuni variazioni del comportamento ad un evento così carico.
Tuttavia anche in questo caso non si tratta solo di un aspetto di ordine psicologico, ma anche biologico, in quanto il nostro cervello si modifica sulla base dell’esperienza. Pertanto qualsiasi cambiamento psicologico è accompagnato da un modellamento della biologia del nostro cervello.
Come hai notato, gli aspetti su cui abbiamo appena ragionato li abbiamo divisi, ma solo per semplificare il problema, perché mente e corpo sono aspetti indivisibili che vanno considerati come un unico insieme integrato.
Depressione post Ictus
Cerchiamo di analizzare gli esempi di cambiamento del comportamento che abbiamo riportato all’inizio dell’articolo e partiamo forse con il più diffuso: la depressione post ictus. Chiunque si veda crollare davanti tutto quello che ha costruito nella propria vita e tutto quello che sapeva del proprio corpo, fa i conti con la depressione.
Alcuni sono portati ad uscirne velocemente e trovare la carica giusta per affrontare il recupero, altri sono più sensibili al cambiamento e lo affrontano con maggiore difficoltà. Ma questa differenza la conosciamo tutti, anche in assenza di un ictus: ognuno di noi affronta i problemi in modo diverso dall’altro. È un argomento che mi trovo ad affrontare tutti i giorni con i familiari ed i pazienti che seguo; mi rendo conto che oltre all’attitudine personale, è il recupero ad influire molto sul superamento della depressione.
Infatti il paziente che vede tradursi in progressi tutti gli sforzi fatti nella fisioterapia riesce ad alimentare la propria determinazione proprio attraverso il suo recupero; ed il recupero sarà tanto più intenso quanto la determinazione del paziente sarà viva: il classico circolo virtuoso.
Mentre allo stesso modo, ma al contrario, di fronte ad un grande divario tra sforzi messi in gioco e recupero ottenuto dovremo fare i conti con il decadimento dell’umore.
Peggio ancora poi se vediamo che i professionisti intorno a noi ed i nostri stessi familiari sono i primi a non credere nel nostro recupero.
In questo caso a volte accade che lo stesso fenomeno venga trattato con farmaci che vanno a coinvolgere tutta la sfera cognitiva, quindi spesso risulta ancora più difficile svolgere un lavoro di qualità. Ricordiamo infatti che un ictus cerebrale coinvolge il cervello e con esso le funzioni cerebrali; bisogna intervenire sul loro miglioramento per ottenere il recupero del movimento; se queste oltre alla lesione vengono alterate anche da stimoli esterni, il lavoro potrebbe diventare anche più arduo.
L’argomento necessiterebbe non di un semplice articolo, ma di un sito intero, per quanto è vasto ed importante. Per questa ragione, invito i lettori direttamente interessati ad approfondire il tema a inserire i loro preziosi commenti in fondo all’articolo. Considerando poi che la depressione post ictus colpisce spesso anche i familiari del sopravvissuto, come descritto in questo altro articolo.
Noncuranza della patologia
Questa manifestazione relativamente rara, è pressoché esclusiva dei pazienti che hanno subito una lesione dell’emisfero destro del cervello e quindi una emiparesi a sinistra. Il termine che viene utilizzato per denominare questa manifestazione clinica è Anosognosia, ovvero disconoscimento del proprio stato patologico. Per chi avesse un familiare con tale disturbo è importante approfondire il tema, perché c’è il rischio di colpevolizzare il paziente per il suo comportamento quando invece si tratta di un problema esclusivamente relativo al tipo di lesione subita.
Cambiamento della memoria e dell’attenzione
Anche le difficoltà di concentrarsi, di prestare attenzione e di ricordare, possono inevitabilmente cambiare i tratti della nostra personalità ed il modo con il quale interagiamo con gli altri. Pure in questo caso dobbiamo considerare che attenzione e memoria sono spesso bersaglio delle lesioni cerebrali, soprattutto nelle prime fasi in seguito all’ictus. Quindi consideriamole per quelle che sono, ovvero alterazioni provocate dalla lesione che devono essere oggetto delle nostre cure e del recupero e non degli atteggiamenti intenzionali del pazienti, altrimenti rischiamo di colpevolizzare il nostro caro per uno dei suoi problemi.
Comportamenti inadatti al contesto
Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una eventualità spesso dettata da particolari lesioni cerebrali, che coinvolgono specialmente i lobi frontali del nostro cervello. Si tratta di un argomento molto importante, per questo preferisco rimandarti all’articolo specifico dove lo tratto in maniera più dettagliata. Leggendolo potrai capire perché delle persone equilibrate e riflessive possano diventare diametralmente opposte dopo una lesione ai lobi frontali.
Estrema sensibilità emotiva
Su questo argomento sarete sicuramente più precisi e dettagliati voi di me quando inserirete i vostri commenti, perché spesso questi sono problemi che non vengono riportati al professionista, se non come aneddoto su come ci si commuova facilmente di fronte ad un film a differenza di prima, anzi a volte alcuni familiari li descrivono addirittura come miglioramenti del carattere.
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Mia mamma ha avuto circa un mese fa un'emorragia subaracnoidea a causa di un'aneurisma. Non ha paralisi e sta recuperando con la fisioterapia un problema muscolare alle gambe ( causato dalla permanenza a letto). Dal punto di vista cognitivo ha un grave rallentamento e deficit di attenzione. È recuperabile ? Grazie
RispondiEliminaVolevo aggiungere che è lucida e che si ricorda tutto (tranne l'accaduto e i primi giorni all’ospedale). Sembra che stia recuperando un pochino il rallentamento. È triste perché sa che non potrà più essere indipendente come prima. Mia mamma ha 71 anni.
EliminaIo ho avuto una lesione dopo un ictus adesso sembro essere emotivo come una donna ......spero che il tempo mi dia una mano per tornare piu equilibrato con i sentimenti
RispondiEliminaUn amico ha avuto un ictus circa 6 mesi fa, ne e' uscito parecchio bene, solo una paralissi sul lato destro che pero' sta curando poco per volta. Andava "tutto bene" fino all'ultimo mese, nel quale ha incominciato a diventare aggressivo per motivi tanto semplici come un caffe' non caldo come vuole lui. Certo, non e' un amico particolarmente a me vicino per cui non posso sapere di altri suoi problemi intorno, ma so che lui era molto contento di avercela fatta e di riuscire piano piano a riprendersi. Mi chiedo se questo sia un qualche segno di disturbi mentali che sono rimasti dopo la malattia. Sarebbe una possibilita'? non conosco nessun altro che abbia avuto questo genere di problemi, ma al di la dei cambiamenti di umori o depressione (che sono comprensibili e direi anche normali) e' possibile che una persona perda la ragione in seguito a un ictus?
RispondiEliminaSalve volevo chiedere una cara amica ha avuto ictus adesso non la riconosco più fredda non vuole più vedermi come se lei non è più lei
EliminaSalve,mia mamma ha avuto un ictus cerebrale 8 mesi fa,è molto lucida perché si ricorda tutto è ha riconosciuto subito le persone,premetto che mia mamma ha 47 anni,ha avuto una paralisi su tutto il lato destro del corpo,fortunatamente ora da un paio di mesi cammina ma il recupero é lento,però recentemente ha cambiato modi di parlare è anche di pensare,a momenti lei ma in altri no è non capisco se stia peggiorando o sia normale avendo avuto un ictus
RispondiEliminaIl mio compagno ha avuto un ictus un anno fa. Ha recuperato molto bene,ma gli famigliari lo hanno portato ad casa dei genitori e adesso lui vuole venire a casa ma ha paura della sua famiglia.Lui dice che vieni ma non riesce a decidere quando. Non riesco a capire perché lui ha paura di affrontare i suoi fratelli.
RispondiEliminaIl mio compagno ha avuto un ictus un anno fa. Ha recuperato molto bene,ma gli famigliari lo hanno portato ad casa dei genitori e adesso lui vuole venire a casa ma ha paura della sua famiglia.Lui dice che vieni ma non riesce a decidere quando. Non riesco a capire perché lui ha paura di affrontare i suoi fratelli.
RispondiEliminaIl mio compagno ha avuto un ictus un anno fa. Ha recuperato molto bene,ma gli famigliari lo hanno portato ad casa dei genitori e adesso lui vuole venire a casa ma ha paura della sua famiglia.Lui dice che vieni ma non riesce a decidere quando. Non riesco a capire perché lui ha paura di affrontare i suoi fratelli.
RispondiEliminaIl mio compagno ha avuto un ictus un anno fa. Ha recuperato molto bene,ma gli famigliari lo hanno portato ad casa dei genitori e adesso lui vuole venire a casa ma ha paura della sua famiglia.Lui dice che vieni ma non riesce a decidere quando. Non riesco a capire perché lui ha paura di affrontare i suoi fratelli.
RispondiEliminaIl mio compagno ha avuto un ictus un anno fa. Ha recuperato molto bene,ma gli famigliari lo hanno portato ad casa dei genitori e adesso lui vuole venire a casa ma ha paura della sua famiglia.Lui dice che vieni ma non riesce a decidere quando. Non riesco a capire perché lui ha paura di affrontare i suoi fratelli.
RispondiEliminaBuonasera, il mio compagno 52 anni 6 mesi fa dissezione bilaterale carotidea con conseguente ictus ischemico ed emoraggico in secondo tempo. Emiplegia a sx. Recupero del cammino con quadripode e tutore di codivilla. Braccio ancora emiplegico. Neglette molto migliorata, cognitivo, orientato ma rallentato e si stanca se troppo stimolato.
RispondiEliminaIl suo carattere è migliorato dal mio punto di vista perché le sue emozioni e parlo anche delle positive non sono più nascoste o schermate da comportamenti tipicamente maschili ma le esprime.