Oltre l'ictus ci si mette pure l'aprassia ?!

Marina qualche tempo fa mi ha scritto una e-mail che mi ha  colpito molto, parlava di sua madre e del suo ictus che le ha paralizzato la parte destra del corpo ed ha colpito il linguaggio.


Ti scrivo alcune cose che ci siamo raccontati, per un motivo  molto semplice, perché molte cose che Marina mi ha raccontato non erano la prima volta che le sentivo, e vorrei fare un po’ di chiarezza
su alcun argomenti sperando che possano tornarti utili in qualche modo.


La mamma di Marina ha avuto un ictus che ha danneggiato
l’emisfero sinistro del cervello, causando la paralisi della
metà parte del corpo destra.

Devi sapere che quando l’ictus colpisce l’emisfero
sinistro del cervello, molto spesso viene danneggiato anche il
linguaggio, a meno che non siamo mancini, infatti in quel caso il danno potrebbe risparmiare il linguaggio.
Ma non è stato il caso della mamma di Marina che sfortunatamente aveva subito danni anche alla parola: afasia

Quello che mi ha colpito del racconto di Marina è stata la
sua frase.


" Oltre all’ictus ci si mette pure l’Aprassia !? "


Quando Marina in seguito all’ictus di sua mamma andò a
parlare con i medici che la seguivano in ospedale, le dissero che sua
mamma era oltre che emiplegica anche Aprassica.



Quello che ho spiegato a Marina, è che l’aprassia non
è una malattia a parte che si prende dopo un ictus
.



L’aprassia è il nome che si da alle difficoltà che generalmente presenta chi è stato colpito da un ictus alla parte sinistra del cervello.


Pertanto non si tratta di una malattia a parte che ti
colpisce in aggiunta all’ictus, questo vorrei fosse chiaro.


Cosa è l’aprassia?

Considera che aprassia è un termine che deriva dal greco,
tradotto sarebbe “mancanza del fare”, ma non funziona
proprio così, infatti i pazienti aprassici non mancano di movimento, si muovono, ma si muovono male


Un altro aspetto che vorrei chiarire è che l’aprassia
non è una etichetta o un marchio che si può addossare.

In definitiva il danno cerebrale determina la difficoltà di
usare tutte le nostre funzioni cerebrali in modo adeguato, tali
difficoltà sono diverse da persona e persona come sono diversi gli effetti sul movimento. 



Fondamentale per il recupero è individuare correttamente come tali
processi cognitivi siano stati coinvolti e riattivarli attraverso esercizi specifici.

Un altro aspetto che preoccupava Marina è che sua madre,

oltre ad avere il lato destro del corpo paralizzato,
non utilizzava bene nemmeno il sinistro,
infatti quando doveva mangiare non orientava mai bene il
cucchiaio alla bocca
, come se non sapesse più come
utilizzare quell’oggetto che ha sempre usato,

a volte lo prendeva in mano e lo guardava come
se non sapesse più cosa farci
.
Questo aspetto, se ci fai caso rinforza ancor di più la tesi
che il problema dell’ictus non sta nei muscoli, ma in tutti
quei processi che permettono il movimento del nostro corpo nell’ambiente e con l’ambiente.

Quindi come hai visto, possono esserci anche problemi
aprassici sfumati ed anche difficilmente individuabili.
Infatti è successo anche a me...


Quando tempo fa, sono andato a trovare un paziente, Gerardo in clinica, dopo che aveva subito un intervento per l’asportazione di un tumore, dall’emisfero sinistro, non presentava disturbi del linguaggio, (spesso disturbi del linguaggio ed aprassia sono molto legati), il lato destro
del corpo era paralizzato, ma il sinistro sembrava muoverlo abbastanza bene.


Per puro scrupolo e curiosità a fine incontro feci un veloce test sull’aprassia...

...Da qual giorno decisi di farlo sempre a tutti anche se apparentemente non sembra necessario.



Perché rimasi stupito, Gerardo sbagliava tutte le prove che
gli facevo fare con il braccio sinistro!
È stato importante che me ne sia accorto, perché poi gli
esercizi prendono tutta una altra piega, ed il trattamento diventa
più specifico ed efficace
.


Test per l'Aprassia


Il modo per evidenziare alcune delle difficoltà che emergono
in un paziente aprassico è abbastanza semplice da provare,
te lo racconto, così nel caso lo volessi provare hai una base.


Esempio:
1)  mettiti di fronte al tuo caro, e spiegagli molto
lentamente e chiaramente che dovrà ricopiare i movimenti fatti da te, come di fronte ad uno specchio.


2)    I movimenti che effettuerai tu, saranno con la mano e braccio destro, mentre quelli del pazienti dovranno essere effettuati con il sinistro.


3) Il tuo caro deve iniziare a fare il movimento,
solo quando il tuo è finito e sei ritornato con la tua mano
nella posizione di partenza ( letto o tavolino)


4)  Esegui il 1° movimento:
segno di vittoria (v con le dita indice e medio) torna alla posizione di partenza ed invita il tuo caro a copiare il tuo movimento.


5)  Esegui il 2° movimento:
gesto delle “corna” (con le dita indice e mignolo)


6)  Esegui il 3° movimento:
mima il tagliare con le forbici
(con le dita indice e medio mentre estendi il gomito)


7)  Esegui il 4° movimento:
buffetto del medio sul pollice come per lanciare una biglia


A cosa servono queste prove?

  
Sono relative, ma ti danno alcuni indizi dei disturbi che
può avere il tuo caro.


Infatti prova ad immaginare se il tuo caro al primo movimento che gli proponi, ci mette un po' prima di selezionare correttamente indice e medio per eseguire il segno di vittoria, questo potrebbe significare una sua difficoltà nella rappresentazione della sua mano nel proprio cervello
Quando sarà il momento di insegnargli a muovere la parte destra del corpo questo elemento andrà affrontato in modo specifico, sarà inutile rinforzare i muscoli della mano se non sa quali dita muovere per effettuare un determinato gesto.
Prova a immaginare che nel momento in cui il tuo caro deve fare le corna (2 ° movimento), sbaglia dita.
Questo può significare che la sua capacità di prestare attenzione al movimento e al suo corpo, sono alterate.
Pensa di recuperare il movimento del tuo caro senza  recuperare la sua attenzione. Non è possibile.


Prova ad immaginare che nel riprodurre il 3° gesto del tagliare con le forbici, il tuo caro invece di muovere le dita muovesse solo il gomito su e giù.
Questo significa che nel riprodurre il movimento il tuo caro sostituisca di volta in volta, una articolazione con una altra


Prima di tutto, per recuperare il movimento, sarà necessario
rendere più chiaro il corpo nella consapevolezza del tuo
caro e reinsegnargli a percepirlo.



Assurdo sarebbe una riabilitazione fatta di sole mobilizzazioni,
rinforzo muscolare e addestramento al cammino a tutti i costi.


Bene o male queste difficoltà che ti ho appena elencato sono
quelle che presentava la madre di Marina, questo le ha fatto prendere consapevolezza che il problema di sua madre andava affrontato in modo "speciale". 

In realtà tanto speciale non dovrebbe essere, mi auguro che in un futuro possa ritenersi "normale" affrontare il problema dell'emiplegia destra e dell'aprassia per le sua reali necessità.
Qui trovi la nostra newsletter, dove ogni giorno circa 20 tra pazienti, familiari e professionisti si iscrivono per ricevere gratuitamente altri contenuti speciali sull'ischemia cerebrale ed il suo recupero. Il primo report sarà "10 cose che devi sapere sull'ictus"