una delle prime domande alla quale si esige una risposta,
purtroppo è una di quelle domande alla quale anche i professionisti rispondono con difficoltà.
Proverò io a darti una risposta anche se non è semplice, infatti questo è uno degli articoli che mi ha messo più in difficoltà.
In questo articolo inoltre, proverò a rispondere anche alle
altre 2 domande strettamente connesse col "quanto si può
recuperare" e sono:
-- Dopo quanto tempo dopo l'ictus si può recuperare?
-- Ha senso pensare alla riabilitazione dopo tot anni?
Queste sono le domande alle quali mi trovo più
frequentemente a rispondere alle email che ricevo tutti i giorni.
Quanto si può recuperare dopo un ictus?
Come sai nelle ore successive ad un Ictus, a volte non si è nemmeno certi che lo sfortunato colpito, possa addirittura sopravvivere,
per questo il professionista prepara la famiglia anche a
l'eventualità più drammatica, quindi la prima risposta a questa domanda è abbastanza grave.
Nei giorni successivi all'ictus, quando nei casi favorevoli la
situazione clinica si stabilizza, i familiari ripropongono questa
domanda, ed il professionista in genere tampona, facendo presente la gravità della situazione e la fortuna che il caro sia sopravvissuto.
Ogni ictus è un mondo a se, ed ogni situazione è
esclusivamente individuale, quindi quello che ti racconto devi
prenderlo con intelligenza.
In seguito il professionista dirà che se ci sarà
un recupero rapido entro le prime settimane allora la situazione
sarà più favorevole,
mentre se la paralisi persiste per più tempo, allora le possibilità di
recuperare un movimento autonomo saranno minime,
in quelle stesse situazioni si sentono frasi del tipo " il braccio è morto, non ci sono speranze", "la mano è andata",
per la gamba ed il cammino invece le prognosi sono generalmente più favorevoli, ma anche su questo argomento dovremo fare delle precisazioni...
Personalmente non sono un amante del termine "morto" quando i miei pazienti mi raccontano questa frase, con tristezza penso che l'unica cosa "morta" in quelle circostanze è la nostra capacità di voler cambiare le cose.
Se il recupero post ictus è così difficile è colpa nostra che lo studiamo tutti i giorni e che dovremmo trovare delle soluzioni
sempre più efficaci per offrire una maggiore speranza a chi è stato miracolato da una parte a sopravvivere ad un ictus,
ma sfortunato dall'altra ad averlo subito.
Quando i miei pazienti mi raccontano di aver sentito questa frase "il braccio è morto" gli faccio vedere sempre questa foto che porto con me nel cellulare, è di Berardo un mio paziente che in una nota clinica di Berlino oltre a dirgli che il braccio era "morto" gli hanno detto che avrebbe avuto anche una aspettativa di vita di non superiore ad un un anno e mezzo.
quella con la quale sta scrivendo il mio nome è la mano che doveva essere morta, ora sono passati 3 anni dall'ictus e lui ha 81 anni,
mi dice sempre che vorrebbe tornare a Berlino a fargli vedere a quel medico la sua mano...
Ora però fai attenzione, ti racconto questo aneddoto di
Berardo, non per dirti che tutte le situazioni possono avere questo
esito, sicuramente il caso di Berardo è particolare, ho
avuto la possibilità di lavorarci personalmente per molto
tempo, probabilmente la lesione che ha ricevuto si prestava
positivamente e tanti altri fattori difficili da mettere sul piatto
della bilancia,
scrivo di Berardo perché anche a lui
è stato detto che il braccio era morto e che non si sarebbe
alzato della carrozzina, mentre ora svolge alcune attività
con la mano e cammina (ancora non sono del tutto soddisfatto del suo cammino), ma continua a migliorare e lavorare con entusiasmo.
Quanto si può recuperare?
Ogni situazione va considerata a se e ci sono delle valutazioni da fare:
-- Ogni ictus danneggia il cervello di chi lo riceve in modo diverso
-- Ogni persona che subisce un ictus è diversa dall'atra
Quindi il professionista che si trova di fronte ai referti del paziente
non è sempre in grado di offrire una previsione coerente,
pensa che al momento ho 2 pazienti, uno che ha una lesione al cervello grande come la testa di uno spillo, pochi millimetri, mentre l'altro ha una lesione davvero estesa che coinvolge quasi mezzo cervello,
Sta recuperando più rapidamente proprio al paziente con il danno più esteso. Quindi pronunciarsi è davvero difficile.
Quello che spesso ripeto ai miei pazienti è questa frase
alla quale tengo molto e sintetizza il mio pensiero su questo argomento:
" non so dirti quanto recupero esatto la natura abbia messo a disposizione per te, quello che so dirti è quello che va fatto per poter sperare di raggiungerne il più possibile"
Infatti dopo un danno abbiamo un recupero potenziale che la Natura ci mette a disposizione, ma per raggiungerlo al massimo è necessario fare le scelte giuste,
non si tratta infatti di QUANTA fisioterapia
bisogna fare, il punto è QUALE fisioterapia fare per pensare
di raggiungere tutto quello che la natura ci ha messo disposizione.
Per farti un esempio non raggiungerò lo stesso recupero se
farò 1 ora di ippoterapia al giorno piuttosto di effettuare 1ora di riabilitazione neurocognitiva (metodo Perfetti) al giorno, i risultati saranno indubbiamente diversi.
Non raggiungerò lo stesso recupero che ho a disposizione
facendo 1 ora di rinforzo dei muscoli al giorno di quanto ne potrei
raggiungere con una ora di riabilitazione neurocognitiva.
Quindi tieni a mente che, NESSUNO saprà dirti con
esattezza quanto si può recuperare dopo un ictus,
e veramente POCHI sapranno dirti invece con esattezza cosa bisogna fare per raggiungere il recupero potenziale che a ognuno di noi spetta.
Purtroppo non c'è una scelta unica seguita
da tutti, navighiamo infatti in un mare di confusione, quindi la scelta deve essere fatta in modo consapevole e deve basarsi sulla
ragionevolezza di quello che ti viene raccontato.
Tutto il recupero che otterrai, sarà il risultato del
rimodellamento del tuo cervello, intendo dire che l'ictus ha
danneggiato alcune aree del cervello e con esse le funzioni cognitive collegate, per recuperarle bisogna fare esercizi
per riorganizzare le funzioni alterate.
Per fortuna il cervello è un organo plastico, voglio dire
che è un organo che è in grado di modificarsi sulla base delle esperienze che vive.
Se ci pensi, quando vuoi imparare a suonare il pianoforte, sarà più facile se un insegnante ti insegna le note la musica i suoni e la tecnica o pensi che tu possa imparare se fai solo esercizi di rinforzo per le dita?
In questo caso si parla di apprendimento, dovrebbe essere lo stesso anche quando si parla di recupero!
Dopo quanto si può recuperare?
Ha senso parlare di riabilitazione dopo un tot di anni ?
Rispondo in breve perché mi sto dilungando troppo:
Chiaramente nei primi 2-3 anni in seguito all'ictus, i miglioramenti
saranno più evidenti ( sempre in base a quello che si fa...),
mentre nei periodi successivi i miglioramenti saranno più graduali,
ma ricordati Berardo, ha 81 anni e dopo 3 anni dall'ictus, ancora ci godiamo i piccoli miglioramenti che rendono la qualità di vita sempre migliore. Credo che però il punto sia un altro, abbiamo detto che il cervello è plastico e può sempre imparare e migliorare anche se con il passare degli anni sempre in modo più graduale, allora senza dubbio è sempre opportuno puntare a migliorare la qualità di vita e
avvicinarci a quel recupero che la natura ci ha messo a disposizione.
Risorse Utili
Libro InteraMente
Nel mio libro InteraMente ho dedicato molte pagine a questo argomento, in particolare c'è un capitolo che ho intitolato "Domanda da un milione", è naturale che questa sia la domanda più frequente e alla quale vogliamo ricevere risposte chiare. Se ti va di approfondire l'argomento lo puoi trovare su Amazon tramite questo link https://www.amazon.it/dp/B08NDRD6HH
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